Itinerario con partenza da Pai alla scoperta del Vino Custoza, del museo-ossario di Custoza, di Borghetto con il Castello di Valeggio ed il Ponte Visconteo sul Mincio, finendo con il Santuario del Frassino e del piccolo Laghetto del Frassino.

Mappa

A- VINO CUSTOZA – CANTINA SOCIALE CUSTOZA

B- BATTAGLIE DI CUSTOZA – MUSEO OSSARIO

C- BORGHETTO DI VALEGGIO SUL MINCIO

D- CASTELLO DI VALEGGIO

E- PONTE VISCONTEO DI VALEGGIO

F- SANTUARIO MADONNA DEL FRASSINO

G- LAGHETTO DEL FRASSINO


A. VINO CUSTOZA – CANTINA SOCIALE


Il vino bianco di Custoza

Vino Sfuso della Cantina Sociale di Custoza
Botti di invecchiamento della cantina sociale
La Cantina Sociale di Custoza

Il vino bianco Custoza è uno dei più importanti vini DOC della zona confinante con il centro sud del lago di Garda, l’inizio della pianura padana e la città di Verona.

Di colore giallo paglierino, a volte con riflessi verdi o dorati e dal profumo delicatamente fruttato (frutta bianca e gialla croccante) e floreale, leggermente aromatico, il Custoza viene prodotto con varietà autoctone delle uve garganega, trebbianello e della Bianca Fernanda, anche altre uve coltivate nella zona.

Dal gusto sapido, delicatamente morbido, di giusto corpo, talvolta piacevolmente ammandorlato nel finale, è un vino facile al palato che si abbina facilmente a molti piatti e che ha buone capacità di affinamento nel tempo.


B. MUSEO OSSARIO DELLE BATTAGLIE DI CUSTOZA


Battaglia di Custoza

Collina di Custoza
Ossario di Custoza
Torre nella cui base si trova l'Ossario di Custoza

Questa zona del basso lago è però importante anche in quanto luogo in cui si sono svolte 2 importanti battaglie durante le guerre d’indipendenza italiana.

Il 25 luglio 1848 il generale austriaco Radetzky sconfisse l’esercito del re Carlo Alberto di Savoia;

il 24 giugno 1866 l’Arciduca Alberto d’Asburgo-Teschen sconfisse il Regio Esercito italiano, guidato dal generale Alfonso La Marmora. L’esercito austriaco subì la perdita di 7 956 unità (su 75 000 effettivi) contro i 7 391 le perdite dell’esercito italiano (su 50 000 effettivi).

A ricordo di tali episodi bellici sorge un ossario nei pressi del paese, il quale, inaugurato da Amedeo di Savoia duca d’Aosta il 24 giugno del 1879, contiene le spoglie di tutti i soldati Italiani, Austriaci,e Francesi, morti durante le suddette battaglie delle Guerre d’indipendenza italiane.

Sala del Museo di Custoza

Sala del Museo di Custoza
Personaggi multimediali nel museo di Custoza
Veduta aerea dell'Ossario e del Museo di Custoza

A fianco dell’ossario una piccola costruzione ospita il museo multimediale.I piccoli locali della ex casa del custode sono stati rivisti per ospitare le nuove sale museali. Il visitatore si sposta tra le stanze tra i volti e i nomi, i tempi e i luoghi della battaglia.

Ad attendere il visitatore in due sale, sono alcuni testimoni diretti delle storie che vi si raccontano: due generali, un giovane ufficiale destinato a diventare uno degli scrittori più amati dell’Italia post-risorgimentale (Edmondo de Amicis), un prete di campagna e un influente teorico dell’architettura.

Sono loro che accompagnano, come vere e proprie guide, alla scoperta dei fatti e delle circostanze di quegli eventi storici.


C. BORGHETTO SUL MINCIO


Il piccolo villaggio di Borghetto sul Mincio

Case di Borghetto sul Mincio
Borghetto di Valeggio sul Mincio
Mulino a Borghetto sul Mincio. Sullo sfondo il ponte Visconteo

Situato nel posto in cui fin dall’antichità (e poi in epoca longobarda) si guadava il Mincio, nell’alto Medio Evo si configurava come un piccolo insediamento con funzione di esazione del pedaggio sul ponte ligneo.

Ai tempi Scaligero e Visconteo risale la sua trasformazione in borgo fortificato, con due porte di accesso e una cerchia poligonale di mura con torri, circondata da un fossato che attinge acqua dal Mincio.

Oltre al ponte visconteo a Borghetto sono presenti i caratteristici edifici con mulini ad acqua, alcune ruote dei quali sono state rimesse in funzione, e la chiesa parrocchiale del 1700 dedicata a san Marco Evangelista edificata sui resti di una piccola chiesa romanica dell’antico monastero di Santa Maria del XI secolo.

L’edificio è affiancato dalla torre campanaria di epoca scaligera che contiene una campana risalente all’anno 1381 (una delle più antiche del veronese).


D. CASTELLO SCALIGERO DI VALEGGIO


Castello di Valeggio sul Mincio

Veduta aerea del Castello di Valeggio
Torre del Castello di Valeggio
Mura del Castello di Valeggio

Questa zona rappresentava uno dei punti più sicuri per l’attraversamento del fiume Mincio in un periodo in cui il fiume segnava la fine del Sacro Romano Impero Germanico.

Quando la famiglia degli Scaligeri assume il controllo del potere in Verona a partire del 1262 il castello viene edificato su ciò che rimaneva di antiche mura difensive distrutte dal terremoto del 1117.

Negli anni il castello divenne parte di un complesso difensivo murato composto da fossati e mura merlate chiamato Serraglio Scaligero lungo circa 16 km.

La parte attualmente visitabile era originariamente chiamata la “Rocca” e ad essa si accedeva tramite due ponti levatoi. Un terzo ponte, l’unico tuttora esistente, immetteva nella parte più ampia del complesso, chiamata “Castello” di cui rimangono solo i ruderi delle mura perimetrali.


E. PONTE VISCONTEO DI VALEGGIO


Ponte Visconteo a Valeggio sul Mincio

Canale sotto il ponte-diga di Valeggio
Veduta aerea del Ponte-Diga di Valeggio
Il ponte di Valeggio sul Mincio doveva essere una diga

In seguito alla Peste Nera gli Scaligeri vennero sconfitti dal duca di Milano Gian Galeazzo Visconti che prendendo possesso di tutta quest’area fortificata fece costruire tra il 1393 e il 1395 il ponte-diga con lo scopo di garantire l’impenetrabilità dei confini orientali del ducato e di formare una diga per bloccare e deviare le acque del Mincio dal suo normale percorso verso Mantova.

L’opera globale che richiedeva un ulteriore scavo della collina non venne mai ultimata ed il ponte, lungo 650m e largo circa 21m, mantenne la sola funzione di passaggio sul fiume ed incanalamento delle acque.


F. SANTUARIO DELLA MADONNA DEL FRASSINO


Santuario della Madonna del Frassino

Interno della chiesa della Madonna del Frassino
Altare della chiesa della Madonna del Frassino
Chiostro del Convento della Madonna del Frassino

Nel luogo in cui nel 15 maggio del 1510 una piccola madonnina appare ad un contadino, vengono eretti nel tempo una chiesa ed un convento di frati minori.

Costruito tra il 1511 e 1514 in stile rinascimentale, la struttura architettonica della chiesa è costituita da un’unica navata, impreziosita da 8 altari laterali e da 2 cappelle

La semplice facciata a capanna ha subito numerose trasformazioni nel tempo, e mentre la porzione inferiore è rimasta inalterata, quella superiore è stata rinnovata per tre volte nel corso del Novecento (l’ultima nel 1968) e oggi fa mostra nella parte centrale di un rosone circolare.

Il convento, costruito con il beneplacito di Papa Leone X (14 gennaio 1518), è addossato al Santuario, racchiuso in due chiostri semplici, che si presentano nella purezza e linearità cinquecentesche. I due Chiostri vennero affrescati un secolo dopo. Passeggiando nella pace dei chiostri, i numerosi ex-voto, appesi alle pareti, raccontano l’umile e filiale riconoscenza delle moltissime persone, che hanno ricevuto grazie dalla Madonna del Frassino.


G. LAGHETTO DEL FRASSINO


Laghetto del Frassino a Peschiera del Garda

Laghetto del Frassino, riserva naturale, birdwatching
Il piccolo Laghetto del Frassino
Laghetto del Frassino

Il Lago del Frassino è un piccolo lago di origine glaciale situato in Provincia di Verona, ai confini con la Provincia di Brescia. Si estende nell’entroterra del comune di Peschiera del Garda, tra le frazioni di San Benedetto di Lugana e Broglie
Le dimensioni del bacino lacustre si aggirano intorno ai 75/80 ettari, per una lunghezza di 770 m e una larghezza di 380 m. La profondità massima è di 15 metri.

Il laghetto del Frassino è un biotopo di rilevanza europea e un’oasi naturale protetta per le sue peculiarità faunistiche e floristiche.</p

Nell’oasi sono state segnalate moltissime specie di uccelli, almeno 160, di cui una quarantina nidificanti, ma il laghetto è fondamentale soprattutto come luogo sicuro per le anatre tuffatrici nei mesi invernali, in particolare il moriglione e la moretta.

L’umido terreno circostante è ricco di specie floristiche rilevanti: oltre infatti agli arbusti paludicoli e ai canneti è da segnalare la presenza di un raro bosco planiziale con antichi pioppi e salici che consente la sopravvivenza a varie specie animali fra cui la Rana di Lataste (Rana latastei), specie minacciata e in estinzione.


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